DANTE / SANNELLI – Comedìa

commedia

La “Comedìa” curata da Sannelli vuol essere laboratorio (anche in forma di poesia) e non un commento. E leggere la “Comedìa” di Dante “descritta” da Sannelli è liberarsi dal discorso accademico su Dante, e dal suo monumento scolastico. Per Sannelli l’eterno della rivoluzione sta in alto “nella durata eterna del cibo permanente” ed è un alto che compendia “l’alto di un cielo tomistico” e il basso dei “vicoli dei comuni e… i calanchi dell’Appennino”, lo sguardo onnicomprensivo e quello che “osserva analiticamente il mondo caso per caso” di Dante[1]. Anche quando Sannelli sembra contestare Pasolini, in fondo vogliono dire la stessa cosa. Sannelli scrivendo che Dante della Commedia “è il personaggio attivo, ma non il protagonista in senso classico”, mentre Pasolini scriveva: “Del proprio poema, Dante è scrittore, ma anche protagonista. Dante in quanto scrittore rappresenta un mondo metafisico con tutte le sue implicazioni teologiche e culturali, ma Dante in quanto protagonista visita e ricorda semplicemente un mondo di morti”[2]. Intendono entrambi dire: nessuna esaltazione dell’uomo c’è in questa Commedia: l’uomo-mondo (protagonista) o l’uomo-Dante (personaggio), se si vuole la “perfezione” della poesia. “L’autore è nel suo sacro poema come colui che è stato inviato per annotare. Non è un Signor Dante che ha scritto un poema. È un poema che comporta, a un dato momento, l’autore come attore e segretario.”[3] Pausa dunque. L’uomo non può diventare eterno, senza rivoluzione eterna. “Dante incorpora se stesso nella sua materia, cioè rendendosi protagonista del poema” scrive Pasolini e “I sentimenti perciò non sono mai suoi, ma sono del Dante personaggio”[4]. L’incorporazione alla materia dello scrivere toglie allo scrittore il ruolo di protagonista e lascia apparire il personaggio-attore Dante, che non è, non può essere, il Dante scrittore.

Sannelli legge e ricorda: Buchner (Lenz) e Styron (Un’oscurità trasparente) ad introduzione del canto I. La selva oscura è la depressione (dello scrittore). Ma non è solo chi scrive a smarrirsi. In poche righe passa la letteratura tutta, sotto l’egida di pochi nomi: Baudelaire, Montale, Gadda, Testori, Berto. Sannelli non cita soltanto poeti (come dice) ma sa ciò di cui parla: la durezza della selva, che cos’è essere confuso, aver smarrito la via? Questo sbandamento nel mezzo della vita, dove il “mezzo” non appartiene alla cronologia, ma “il mezzo della vita è là dove ci si può sempre smarrire, perdersi ancora, errare di nuovo, tornare daccapo con la stessa storia, essere colti alla sprovvista dall’inferno, dimenticando la meta da raggiungere: un altro stato del corpo”[5]

Bastano poche righe per entrare nel laboratorio poetico di Sannelli: “Che sia depressione, avvilimento o devianza (per amore) – e Dante è volubile e non equidistante, come gli dice amore stesso (Vita nova 5,11) -, la confusione offre le parole alla psichiatria del futuro e cita il lessico doloroso del presente di Dante (e della generazione successiva: il sonetto CCLXV di Petrarca ripeterà – normalizzando tutto ed eliminando la selva – che il cuore di Laura è aspro, selvaggio, duro). Non solo: la selva è anche l’anagramma del vasel sentimentale in cui il Dante lirico sogna di stare con gli amici e le donne, ‘per incantamento’ e senza impedimento (e il lessico dell’impedire ritorna nel canto I, ai vv. 35 e 96, e in II 62). Il vasello – il piccolo vaso – è anche il sesso delle donne (Purg. XXV 45. “natural vasello”): in realtà, il termine vaso è ambiguo e delicato come il suo sinonimo arcaico, fiore.”[6]. Depressione, amore, cuore di Laura, selva, vasel, per incantamento, senza impedimento, vaso, sesso delle donne, fiore.

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[1] P. P. Pasolini, La volontà di Dante a essere poeta, in Empirismo eretico, Garzanti 1972

[2] Ibid.

[3] Ph. Sollers – Benoît Chantre, La Divine Comédie, Desclée de Brouwer 2000, Folio Gallimard 2002

[4] P. P. Pasolini, Ibid.

[5] Ph. Sollers – Benoît Chantre, Ibid.

[6] Dante Alighieri, ComedìaIntroduzione a canto I, FaraEditore 2010

 

5 pensieri riguardo “DANTE / SANNELLI – Comedìa

  1.  Hai ragione, ma con la Commedia qualsiasi "commento" è imperfetto… sempre molto personale… e leggere davvero tutta la Commedia è un'impresa… quindi le mie parole sono come una recensione su un fresco di stampa… limitate…. e parziali… Così ogni lettura, che sia “dal basso” o “dall’alto”, della Commedia afferra sempre una minima parte, l’ oscurità deve restare a difesa del Paradiso… proprio là dove risplende la luce… grazie per il tuo commentoa.

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  2.  Grazie a te; questo libro è un dono che fai a chi, come me, vuole finalmente leggere la Commedia con una guida che non lo intralci, ma capace di diradare fronde e ombre… “dove c’è parola c’è conoscenza, e dove c’è conoscenza c’è anche rischio” a.

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