la mente estatica | elvio fachinelli

«Nel centro del vuoto, quando l’io si perde, pienezza. Il vuoto si capovolge in pieno; l’assenza in presenza. Totale cambiamento tra il prima e il dopo. Vuoto non è simmetrico di pieno».

[Elvio Fachinelli, La mente estatica, Adelphi 1989]

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Il libro di Fachinelli individua nella frammentarietà, ma una frammentarietà che è un tentativo di oltrepassamento, l’abbandono del gesto totalizzante della conoscenza, e il suo recupero in una direzione infinita, che è la dimensione del desiderio (e della cura). All’origine del problema della conoscenza, scrive Fachinelli, per Freud e Lacan, c’è la scomposizione del “complesso percettivo primario”, da una parte la percezione del proprio corpo, attraverso il movimento o il grido; dall’altra ciò che resta per sempre estraneo al sé (l’Oggetto, l’Altro, la Cosa).