Cythère critique / Luisa Gardini – Benoît Gréan

80

http://www.cythere-critique.com/phonotheque.html

– C’è, nella sua poesia, un intreccio tra il corpo e la musica ed il suo vocabolario (che d’altronde lei ha studiato) e tutto questo dalla poesia Avril fino ai suoi lavori più recenti, quale ne è il significato ?

Più che la melodia (io mi situerei agli antipodi del lirismo, le rarissime concessioni sono di pura ironia), è il passaggio dalla dissonanza al silenzio che mi interessa, l’istante in cui la difficoltà di essere si coagula nella morte e vi si riassorbe, “point d’orgue” o battuta d’arresto che tuttavia prolunga e supera un basso continuo.

*

Segnare una battuta d’arresto

e riportare idee e morte alla posizione di partenza

 

[Ghérasim Luca – Quarto d’ora di cultura metafisica]

*

http://www.cythere-critique.com/expogbenoit.html

– Luisa Gardini illustra i suoi lavori e sembra anche ispirarsene per la sua attività plastica : può parlarci brevemente di questa collaborazione ?

Più che illustrare, io direi sottolineare ; questa collaborazione (una benedizione, l’opera di Luisa è delle più solide che esistano) permette alla parola di arrivare fino in fondo. Ha parlato poco fa di prossimità e la riconosco volentieri in questo caso. Senza falsa modestia, affermerei che il mio lavoro trova il suo compimento in quello di Luisa. Il suo stesso gesto sulla materia è quello che io cerco nella scrittura, ma le mie mani sono goffe, cioè resto esageramente leggibile. Si tratta ancora, come lei già ha detto, di moltiplicare le linee. O gettare la maschera fino all’osso, confondere l’immagine e scoccare il dardo /il tratto.

(Intervista : Cythère critique /Marzo 2004)

*

http://www.cythere-critique.com/LGtexte.html

Non riuscendo ancora a leggere, trascrivevo pagine con una scrittura inventata, sperando di decifrare questa potenza misteriosa e inaccessibile che la scrittura era per me. E poi, ancora, le parole erano già scritte, non c’era altro da dire. Per impulso, ho utilizzato le parole (mantenendone comunque l’indecifrabilità), forse assistita da questa antica “prescrizione”. Poi sono nati i segni, gli spazi e le superfici. La collaborazione con Benoît Gréan è nata senza esitazioni, spontaneamente mi sono messa a contatto con la sua poesia, le sue parole e le sue pagine; ne è nata un’intesa non detta, non programmata, un incontro sempre pronto ad attivarsi.

Luisa Gardini