WITTGENSTEIN

Seguendo le “Ricerche filosofiche”, servirsi di parole e immagini, di un linguaggio, si riduce nella comunicazione sociale al porre domande e ricevere ordini. Per giungere al pensiero, dobbiamo ammettere quella formula dubitativa che è già contenuta nell’ “Io penso” (R.F. p.22).

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3.13 Nella proposizione è contenuta la forma, ma non il contenuto, del suo senso.
4. Il pensiero è la proposizione munita di senso.
4.022 La proposizione mostra il suo senso. … mostra come le cose stanno, se essa è vera.
4.023 La proposizione è la descrizione d’uno stato di cose.
4.1 La proposizione rappresenta il sussistere e non sussistere degli stati di cose.
4.115 Essa (la filosofia) significherà l’indicibile rappresentando chiaramente il dicibile.
5.6 I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
5.641 L’Io entra nella filosofia perciò che “il mondo è il mio mondo”. L’Io filosofico è non l’uomo, non il corpo umano o l’anima umana della quale tratta la psicologia, ma il soggetto metafisico, che è non una parte, ma il limite del mondo.
6.1 Le proposizioni della logica sono tautologiche… non dicono dunque nulla”.
6.45 Il sentimento del mondo come totalità delimitata è il sentimento mistico.
6.522 Ma v’è dell’ineffabile. Esso mostra sé, è il Mistico.
7. Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.

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“Come tutto ciò che è metafisico, l’armonia tra pensiero e realtà si può rintracciare nella grammatica del linguaggio.”  (Wittgenstein, Zettel)