artaud | eschilo

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Artaud che annota la frase del sogno di un altro/a: «Elle va comprendre, zut, il y a les suppliantes d’Eschyle sur le lit», trascrivendo «suppliantes» con «suppliants». Non è finita, come racconta Paule Thévenin, la dattilografa trascrive «Eschyle» con «Echylle». Artaud se ne accorge e barra il nome trascritto male, solo per aggiungervi una “s” sibilante «Eschylle», ma conservando la doppia “l”. Perché in francese raddoppiando la “l” il suono muta… e “le” diventa “ye”. La frase sarà riportata in “Suppôts e Suppliciations” (Succubi e supplizi), e il suono diventa fondamentale, come rimarca bene Paule Thévenin (esse-chi-ye). La trascrizione è, da parte di Artaud, risonorizzazione; il significante prevale sul contenuto del sogno.

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