GUYOTAT / COMA

Sull’altopiano di Carsulae, a nord di Terni, di buon mattino, uscendo da una notte, nell’auto, nei dintorni di Acquasparta e da un lungo sogno, (una galleria dove sono rincorso nudo dai cani – qualche cosa almeno di tangibile, nella mia vita), eccoci tra le rovine, con la neve ancora negli interstizi, della città con le pietre che brillano, un tempo campo avanzato di Vespasiano, il primo assediante distruttore romano di Gerusalemme, contro Vitellio, per il quale il cadavere di un nemico ha sempre un buon odore. Indebolita dalla deviazione della Via Flaminia verso l’est, nella città si trovano ancora i resti, testa e ginocchia, di una statua gigante dell’imperatore Claudio, nato a Vienne sur le Rhône, ai piedi della montagna dove sono nato, dove si dice che Ponzio Pilato, nominato qui proconsole, si sarebbe, per il rimorso, gettato nel Rodano.
Passando sotto l’arco di San-Damiano, vedo il piccolo quadro del Louvre con la decapitazione dei Santi Cosma e Damiano e di alcuni altri, col loro tronco che schizza sangue e le teste coronate d’oro a terra. Allora, non voglio più saperne dell’Arte, ma la decapitazione sì! e col coltello di Agnese posso solamente sgozzarmi…

All’uscita della notte successiva, nell’auto, nella neve, negli Abruzzi, ogni fontana gelata, ancora nell’oscurità, entriamo in una panetteria per acquistare del pane che esce dal forno. La famiglia c’invita a lavarci, a bere il caffè latte, e, fino a metà pomeriggio quando il padre riprende il suo lavoro, parliamo nel piccolo retro bottega, metà-italiano, metà-francese, di quello di cui allora per loro soffre l’Italia, le Brigate Rosse, la corruzione, la mancanza di Stato. Parlano quasi piangendo.

40 pensieri riguardo “GUYOTAT / COMA

  1. ” SERIAL QUEER ”
    Concepito da: lefty333boy alle ore 02:58 | link | commenti (72) Categoria: …. MY ACCIDENT … All inizio mi ricordo le lingue ruvide dei cani. …
    lefty333boy.splinder.com/archive/2004-09 – 205k – Copia cache – Pagine simili – Salva risultato

    empatia ;))
    a,lick

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  2. ” EPITÀFIOS THRYNOS ”

    un giorno li ringrazierò, credo,
    per essersi serviti di me. per aver dato senso ad un cuore…
    battito dopo battito

    quel giorno spazio e tempo si troveranno congiunti
    in un unico luogo e attimo… e giù per la via dei serpenti e via dei bardi e poi borgo la croce per trovare quella porta spalancata mente chiusa

    è pazzo
    frequenta Il Ministero del Dolore
    è un assassino delle anime

    grondava sangue dall’orlo della mia lunga gonna nera inondava santa croce leccava i piedi di dante inchiodava il legno e il marmo santo
    fuggivano via come corvi assetati
    arriva il mostro e mi mangia nel buio

    “il vino più dolce e le rose più profumate, sono quelle del anno venturo” …
    questi pensieri mi avevano portato lontano dalla mia figura silenziosa seduta al tavolo,
    Tremula nel pallore palpitante della lampada al petrolio. attraversare via dei bardi equivale a un omicidio o un suicidio Lo scenario di quel matrimonio che doveva avvenire, pacifico e felice con tanta semplicità, bevendo vino, raccogliendo fiori selvatici, coperto tutto d’ oro, tutto compresa l’aria, era stato all’
    improvviso
    sprofondato
    nel
    buio .

    (lefty)

    un jour je les remercierai, je crois,
    pour s’être servi de moi. pour avoir donné un sens à un coeur…
    battement après battement

    ce jour espace et temps se trouveront joints
    dans un endroit et un instant unique … et en bas par la rue des serpents et puis rue des bardes et faubourg la croix pour trouver cette porte grand ouverte fermée

    il est fou
    il fréquente Le Ministère de la Douleur
    c’est un assassin des âmes

    le sang ruisselait du bord de ma longue jupe noire il inondait sainte croix il léchait les pieds de dante il clouait le bois et le marbre saint
    ils fuyaient comme corbeaux assoiffés
    le monstre arrive et me mange dans l’obscurité

    “le vin le plus doux et les roses les plus parfumées sont celles de l’année prochaine”…
    ces pensées m’avaient emporté loin de ma figure silencieuse assise à la table,
    Tremblante dans la pâleur palpitante de la lampe à pétrole. traverser rue des bardes équivaut à un meurtre ou un suicide Le décor de ce mariage qui devait suivre, paisible et heureux en toute simplicité, en buvant vin, en recueillant fleurs sauvages, couvert d’or, l’air compris, il avait été soudain
    renversé
    dans
    le noir.

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  3. CVI. Quae vitanda sunt post phlebotomiam

    Omnia de lacte vitabilis rite minutus,

    Et vitet potum phebotomatus homo.

    Frigida vitabis, quia sunt inimica minutis.

    Interdictus erit minutibus nubilus aer :

    Spiritus exulatat minutis luce per auras,

    Omnibus apta quies, est motus valde nocivus.

    Regime sanitatis salernitanum

    Quali cose debbono evitarsi dopo il salasso

    L’uomo a cui dalla vena è estratto il sangue, tutto ciò fuggir debbe ov’entra il latte, fuggir il bere ed ogni cosa fredda, ritirarsi dall’aer nuvoloso, e sol goder il bel sereno del cielo: non far moto, perché spesso è nocivo, ma sol prender quiete temperata.

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  4. beat after beat

    oh my eyes always wide shut

    lefty, è una magnifica poesia; ho soltanto levato il non-detto; quello che dev’essere solo intuito. Sottraendo si tocca il cuore direttamente. Credo nelle vibrazioni delle corde vocali, disincarnate.
    Non sento il suono dell’inglese. Sento il greco spesso senza capire.

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  5. alfred tesoro ma mi hai tagliato le paro laccie ??
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    #10 19 Aprile 2008 – 13:36

    of course…
    Blogger: Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utente alfred58

    ahahaha.)) vado ri leggere allora
    sotto un altra luce -mia0

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  6. La narrazione sembra essere intorno alla fine degli anni ’70, dici che ha una certa attinenza alla situazione attuale?

    Alla luce della “regola salernitana” ho dunque fatto bene a non andare a Terni e a starmene al sole a rimirar lo cielo, dopo il salasso mattutino all’Usl 🙂

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  7. se non ci sei io mi perdo.
    cupa d’occhi vago e
    m’affilo d’ombre e
    sembianze.
    lame voraci
    mi recidono
    l’aorta.
    mi goccioli
    dagli occhi.
    e fai scempio
    del mio cuore.

    (orsarossa)

    si tu n’est pas là je me perds.
    sombre dans les yeux j’erre et
    je me défaits en ombre et
    aspect.
    lames voraces
    me tranchent
    l’aorte.
    tu débordes
    de mes yeux.
    et tu fais massacre
    de mon coeur.

    “Accanto a lui c’era Aprile, che teneva in mano un fiore di acacia, dal profumo acuto, e quasi indecente, di seme umano”. (P.P.Pasolini, Petrolio)
    Questa è per lefty, perché la sibilla che “non odora di sudore” gl’ha cancellato le parolacce dalla poesia… però si potrebbe postarla per intero (in francese) su ibridamenti…

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  8. Fine anni 70 far; da cosa l’hai capito ? -:)))
    Dici che l’assenza di Stato è stata colmata; che la corruzione non impera più; che …
    … era solo in onore dei santi Cosma e Damiano (quante chiese ci restano da vedere in Rome?)
    e poi sai, i libri dove trovare Dio e Giobbe, Palestrina e Lassus, non sono molti…
    se vuoi citare l’ultima opera della letteratura italiana, devi risalire a Pasolini…
    e allora bonne nuit…

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  9. ben detto amour!

    le traduzioni buone, fin troppo letterali e rispettose dei testi la mia influenza si fa sentire ma un italiano non può essere obiettivo…chiederemo ad Angela.

    il mio sangue mi serve, spiacente per gli ibridi, sono fortemente anemica :-))))

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  10. mi piacciono molto le traduzioni di Alfred, sì molto rispettose, forse un pizzico di “scompiglio asimmetrico” non guasterebbe, come un rimescolamento delle carte…
    il francese è una lingua speciale, non saprei tradurre in maniera corretta, ma il legegre e l’ascoltare mi danno grande gioia…
    chicca

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  11. ..and the oscar goes to..

    La tua presenza , Madre mia ,
    dramma vivo di una razza
    dramma di carne e sangue
    che la Vita scrisse con penna di secoli.
    Per la tua voce
    voci venute dalle piantagioni di caffè
    di canna di riso  di caucciù di cotone…
    Voci delle piantagioni della Virginia dei campi delle
    Caroline Alabama Cuba Brasil…
    Voci dalle fabbriche dalle distillerie dalle tongas
    dalle pampas dalle officine.
    Voci dall’Harlem District South dalle sanzalas.
    Voci che gemono blues ,
    salendo dal Mississipi ,
    risuonando nei vagoni.
    Voci che piangono nella voce di Carrothers
    da tutta l’America da tutta l’Africa.
    Voci di tutte le voci, nella voce alta di Langston
    nella bella di Guillèn…
    Per il tuo dorso.
    Luccicanti dorsi sotto i soli più forti del mondo
    che fecondano con il sangue e addomesticano con il sudore
    le più ricche terre del mondo contorti nel tronco
    pendenti dalla forca
    abbattuti da Lynch risuscitati
    come zombie in Toussaint sollevati.
    Luccicano , batteristi di jazz si spezzano , si spezzano ,
    catene dell’Anima evadi ,
    o Anima ,
    sulle ali della Musica. …
    del brillar del Sole,
    del Sole fecondo immortale e bello…
    Per il tuo grembo , Madre mia.
    Altre genti cullate con voce di tenerezza
    ninnate del tuo latte alimentate
    di bontà e poesia di musica ritmo e grazia…
    santi poeti e saggi…
    Altre genti…
    non ha figli se non questi che nascono
    come bruti semoventi
    ma sono i figli della disgrazia.
    Per i tuoi occhi ,
    Madre mia.
    Vedo oceani di dolore chiarori di sole cadente,
    paesaggi violetti paesaggi drammi di Cam e di Jafet…
    Ma vedo anche che la luce rubata ai tuoi occhi
    ora splende demoniacamente tentatrice ,
    come la Certezza…
    splendidamente ferma ,
    come la Speranza…
    in noi altri tuoi figli generando ,
    formando ,
    annunciando
    il giorno
    dell’
    umanità.

    ( a Duet with Halifax )
    gif by : 

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  12. Le sang, la note si

    Longues, longues journées.
    Le sang inapaisé heurte le sang.
    Le nageur est aveugle.
    Il descend par étages pourpres dans le battement
    de ton coeur.

    Quand la nuque se tend
    Le cri toujours désert prend une bouche pure.
    Ainsi vieillit l’été. Ainsi la mort
    Encercle le bonheur de la flamme qui bouge.
    Et nous dormons un peu. La note si
    Résonne très longtemps dans l’étoffe rouge.

    Yves Bonnefoy

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  13. lefty, ti posso dare le “elezioni delle marchette”: nomi e cognomi.

    ***

    bella la poesia qui sopra (ma di chi è?); dalla voce di madre all’anima “nera” dei figli della disgrazia. Langston Hughes, Jorge Guillèn, Toussaint Louverture, OK, ma Lynch che c’entra…? Perché non Faulkner ?

    Ta présence, ma Mère,
    drame vif d’une race
    drame de chair et de sang
    que la Vie écrivit avec la plume des siècles.
    Pour ta voix

    ***

    paesaggi violetti paesaggi drammi di Cam e di Jafet…

    ***
    paysages paysages violets
    drames de Cam et de Jafet…

    ***
    questi versi, che tradotti in francese sono in rima perfetti, sono centrali. Poi mi dovrai dire se tu discendi da Cam o Jafet. Cam fu maledetto da Noè perché trovato ubriaco, è il progenitore degli africani (Cananei). Un figlio di Cam, Canaam è, invece, capostipite dei Palestinesi (da Sidone, fino a Gaza, poi fino a Sodoma e Gomorra). Jafet (o Japhet) fu, invece, il progenitore degli indo-europei, attraverso Cipro e Rodi, le isole delle genti, divisione delle nazioni e delle lingue.
    Sem dei semiti (ebrei, arabi), con una progenitura benedetta. Da lì Abramo e tutta la storia.
    Siamo ancora a quel bel verso della Bibbia che dice: “Tutta la terra era un labbro solo”, prima che il loro labbro fosse confuso da Dio a Babele e da là dispersi ai quattro angoli della terra.

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  14. Voix qui gémissent,
    qui pleurent dans la voix
    Voix de toutes les voix, dans la voix haute
    Pour ton dos.
    Dos luisants sous les soleils les plus forts du monde
    qui fécondent avec le sang et apprivoisent avec la sueur
    les plus riches terres du monde tordues dans le tronc…

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  15. tu évades des chaînes de l’âme,
    oh mon Âme,
    sur les ailes de la Musique. …
    du Soleil brillant,
    du Soleil immortel fécond et beau…
    Pour ton ventre, ma Mère.
    Autres gens bercés avec des voix de tendresse
    bercées par ton lait alimentées
    de bonté et poésie de musique rythme et grâce…
    poètes saints et sages…
    Autres gens…

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  16. il n’y a pas de fils si ce ne sont ceux qui naissent
    comment des brutes qui bougent à peine
    mais ce sont les fils de la disgrâce.
    Pour tes yeux,
    Ma mère.
    Je vois des océans de douleur clartés de soleil croulant,
    paysages paysages violets
    drames de Cam et de Jafet…
    Mais je vois aussi que la lumière volée à tes yeux
    maintenant démoniaque et tentatrice resplendit,
    comme la Certitude…
    splendidement ferme,
    comme l’Espoir…
    en nous tes autres fils engendrés,
    en formant,
    en annonçant
    le jour
    de l’humanité.

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  17. @Lefty, per la prossima poesia, faremo un trio… violino, viola e violoncello… o piano, come preferisci…

    @ donatienne: sentire la lingua come musica; solo questo conta… il resto è retorica…

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